Il contagio emotivo: è il fenomeno per cui si hanno le stesse emozioni di una persona e pertanto anche i suoi comportamenti, i quali scatenano direttamente le stesse emozioni e atteggiamenti simili in altre persone. Le emozioni si possono trasmettere tra gli individui in diversi modi, sia implicita- che esplicitamente. Ad esempio, si è scoperto che il ragionamento cosciente, l’analisi e l’immaginazione contribuiscono al fenomeno/apparizione.
Il contagio emotivo è molto importante nelle relazioni personali poiché contribuisce alla sintonia emotiva tra gli individui. Una definizione più ampia, suggerita da Schoenewolf, specifica che esso è “un processo nel quale una persona o un gruppo influisce nelle emozioni o nel comportamento di un’altra persona o gruppo attraverso l’ipotesi cosciente o incosciente degli stati emotivi e atteggiamenti comportamentali”.
Il nostro cervello ospita milioni di neurone “specchio”, che ci permettono di capire de emozioni di un’altra persona e inoltre ci danno la possibilità di metterci nel loro stato emotivo. L’apprendimento per imitazione è sempre positivo nel momento in cui si adatta ad una nuova situazione e alle nostre necessità.
“Le emozioni intense costituiscono l’equivalente neuronale di un raffreddore e si contagiano con la medesima facilità come lo farebbe un rinovirus”. -Goleman D.
Esiste un contagio emotivo dell’emozione:
-RABBIA: un’emozione esaltata e spiacevole che nasce dalla frustrazione per qualcosa che vogliamo e non otteniamo, o davanti a ciò che consideriamo un’ingiustizia.
Magari sentiamo la rabbia perché non abbiamo potuto salutare una persona a noi molto cara, quando se ne è andata dal questo “mondo fisico”, come ad esempio mio padre quando è venuto a mancare… Magari può anche presentarsi, come è capitato a me e alla mia famiglia, dopo un forte incidente automobilistico che tranquillamente si sarebbe potuto evitare stando svegli alla guida e non portando quasi al precipizio l’intera famiglia. Ma quando persistiamo con questa emozione per troppo tempo, pur sapendo che ciò che è avvenuto è irreversibile, non solo danneggiamo noi stessi, ma senza volere, trasciniamo con noi anche coloro al nostro fianco che ci amano e che amiamo. Perciò la chiave sta nel passare all’AZIONE! Decidere “cosa voglio fare io con questa situazione che è capitata e che non posso andare indietro per cambiarla?” e “quali strategie cogliere per sanare e continuare ad andare avanti?”. Una conversazione sincera, guardando dritto agli occhi quella cara persona in difficoltà, che posso essere io o un altro; cercando i modi affinché tale avvenimento passato non sia successo soltanto per affondarmi nella rabbia o la tristezza o per danneggiare la mia salute, bensì per portarmi un insegnamento, per donarmi più forza per crescere ed evolvere nella mia vita. Avendo superato avvenimenti molto forti, quali la morte, un’incidente, ecc., tutti i problemi quotidiani che si possono presentare saranno molto più facili da superare poiché sappiamo che dentro di noi sta una forza incredibile. Degli esempi di come poter incanalare la rabbia possono essere: lo sport, l’arte, la meditazione, la ricreazione, passeggiate…

-PAURA: è un’emozione caratterizzata da una sensazione sgradevole e intensa vissuta quando percepiamo un pericolo reale o immaginario, ad esempio: trovarsi senza lavoro, perdere la nostra salute, che a nostro figlio succeda qualcosa di spiacevole, paura di perdere ciò a cui e a chi tengo, ecc… Biologicamente, ci prepara alla sopravvivenza, per dare una risposta rapida ed efficace a un rischio o una minaccia, ma al giorno d’oggi, la paura è attivata in molte situazioni che non sono reali minacce alla nostra sopravvivenza, ma illusioni o esagerazioni.
Ci predispone a paralizzarci difronte a certe situazioni o persone, riducendone le possibilità al nostro sviluppo con le relazioni, nel nostro lavoro o nelle nostre prestazioni. Inoltre ci tiene all’erta, ci avverte, ci prepara ad osservarci e ad agire nel migliore dei modi.
Se conosciamo i fattori scatenanti delle nostre paure, potremmo raggiungere le competenze che ci permettono di prenderci cura di noi stessi e allo stesso tempo di svilupparci.
-TRISTEZZA: È un’emozione la cui funzione è invitare alla riflessione; ci costringe a fermarci e prestare attenzione a qualcosa cosa ci succede, qualcosa di importante per noi che è andato o abbiamo perso. Può farci insegnare dagli errori, fermarci per prenderci cura di noi stessi, assimilare una perdita e un valore. Attraverso la riflessione e la pazienza con questa emozione, permettiamo a noi stessi di assimilare, trasformare, valorizzare, curare e rilasciare situazioni che tendono a tenerci intrappolati internamente. Ci collega con la nostalgia e godimento di ciò che apprezziamo veramente; quando si scrive una poesia, una canzone o una lettera L’importante è di non cadere nel meccanismo mentale di occuparci soltanto della nostra necessità, ma invece di ciò che possiamo contribuire agli altri.
-ALLEGRIA: sicuramente l’emozione più cruciale. Quando lo sperimentiamo sentiamo uno stato interiore pieno di vigore, agitazione ed energia. La sua funzione ci dispone a fare cose: interagire, condividere o prendere iniziative; cioè, intraprendere azioni costruttive. L’allegria non è la stessa cosa dell’eccitazione. La prima è una curva praticamente costante sulla linea del tempo; l’eccitazione, invece, è un momento di grande intensità ma di breve durata.
È un’emozione che dovremmo recuperare più spesso nei momenti più difficili, ma non solo perché in realtà dovremmo sempre essere grati per il solo fatto di stare in questo mondo, di essere vivi, di poter godere le piccole e grandi cose della vita...